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Severi o permissivi?

Massimo Gaudieri e Clorinda Scutari


Nel nostro mestiere di genitori siamo frequentemente colti dal dubbio di fare bene o male, in questi momenti desideriamo comode regole di comportamento a discapito della flessibilità.


La nostra esperienza con i dubbi dei genitori é sia personale che professionale; frequentemente ci é capitato di dover fare i conti con la sgradevole sensazione di non sapere come comportarci con i nostri figli, ed altrettante volte ci é capitato di discuterne con persone arrivate da noi per chiederci aiuto e consulenza professionale per superare difficoltà di rapporto con i figli. la nostra impressione é che il genitore eternamente dubbioso, così come quello che ostenta eccessive sicurezze; sia un pò orfano; ovvero si porti dentro una difficile o conflittuale identificazione con i propri genitori, frutto di momenti di dolore o di incomprensione, che gli impedisce di far ricorso a rassicuranti automatismi appresi nella sua crescita a cui poter far tranquillamente riferimento oggi che tocca a lui espletare il difficile compito di genitore-educatore.
La prima regola d'oro da seguire é sicuramente quella di essere flessibili; ogni rigidità, secondo noi, può risultare dannosa, sia che essa risulti ancora alla tabella del noto Psicologo o Pediatra o alla nostra cronica convinzione di avere ragione o sbagliare. Possiamo facilmente intuire che la rigidità ci porta ad utilizzare un mediatore nel dialogo con i nostri figlioli, ed é poco importante se questo mediatore si chiami Dott. Tabella, sig. Dubbio, o Comm. Ragione; comunque sarà un ostacolo ad una relazione franca e diretta, e che faciliterà l'incomprensione al posto del dialogo e dell'incontro fra due persone.
La seconda regola d'oro é la disponibilità all'ascolto, di noi stessi e del bambino, e non come spesso accade che si presta attenzione ad uno solo dei partecipanti al dialogo.
La terza regola d'oro é la disponibilità e volontà di comunicare, ovvero investire energie per capire. Con questa premessa il quesito iniziale, severi o permissivi, diventa superfluo, e ben si può capire che non si tratta di scegliere una linea di condotta una volta per tutte, ma bensì di essere presenti alla situazione e fronteggiarla tenendo conto delle nostre esigenze personali e di quelle evolutive del piccolo. Ogni età ci presenta delle difficoltà e compiti diversi, che qui di seguito proviamo ad elencare, ne risulterà una tabella che vi esortiamo a leggere senza alcun atteggiamento fideistico. Alla nascita e fino a circa un anno e mezzo di vita il bisogno principale del nostro bambino é quello di essere nutrito di cibo, ma ancora più di affetto, ha bisogno di essere coccolato, accarezzato, preso in braccio, ha bisogno della rassicurante presenza di mamma e papà che prontamente rispondono al suo pianto. Questo lo aiuterà a costruirsi un buon senso di sé, ad avere fiducia e sicurezza, sosterrà la sua curiosità e sarà un buon antidoto contro il rischio di future depressioni.
fra i 2 ed i 3 anni il bambino ha bisogno di essere incoraggiato e protetto nelle sue "imprese" assistendolo nelle sue "monellerie", pur contrastandolo fermamente ogni volta che realmente rischia di farsi male, o fare del male, e a questo proposito é bene ricordare che il nostro intervento deve essere finalizzato ad aiutarlo ad eseguire il compito senza danno per alcuno, e non a rinunciare all'impresa.
Questo lo aiuterà a costruirsi una solida identità, rispetto sé e gli altri.
Successivamente fra i 3 ed i 6 anni va ancora sostenuto ed incoraggiato nel suo desiderio di conoscere, di esplorare, va aiutato ad accettare le regole e le relazioni sociali più ampie. E' in genere in questo periodo che il bambino presenta le prime domande circa la vita e la morte, ed in ambedue i casi va rassicurato con risposte che, senza svalutare la sua intelligenza, non siano eccessive, con il rischio di inondarlo.
Questo lo aiuterà ad avere una realistica consapevolezza del suo potere, mantenendo viva la sua immaginazione e potenziando le capacità sociali.
Fra i 6 ed i 12 anni, va ancora sostenuto nelle sue realizzazioni ed inoltre va aiutato ad accettare piccoli insuccessi e disaccordi, questo oltre che rafforzarlo nelle precedenti conquiste lo aiuterà a raggiungere una adeguata e valida capacità nell'autovalutazione.
Dai 12 anni in poi va sicuramente informato circa i cambiamenti fisici (pubertà), e la sessualità, ed inoltre, compito spesso doloroso per i genitori, va sostenuto nei suoi desideri di autonomia.
Questo sarà di aiuto affinché l'uomo e la donna possano sbocciare serenamente.

Cosa spetta fare e cosa ci si può aspettare